La rocca Sbarua, conosciuta anche come Roccia Bianca, è situata ad una quota di 1241 m.s.l.m e si affaccia direttamente sulla pianura sopra gli abitati di Cantalupa e Roletto. Fa parte del rilievo che chiude la Val Lemina e si ricollega allo spartiacque tra Val Sangone e Val Noce, dorsale rocciosa che si estende in senso NE-SW e le cui cime principali sono: M. Sperino (1451) M.Freidur (1445) e M. Tre Denti (1343).
Dal punto di vista geologico, questo complesso roccioso appartiene al Massiccio del Dora Maira ed è costituito da metagraniti e gneiss occhiadini derivanti da intrusioni magmatiche di età Permiana (299-250mln di anni fa). Il massiccio del Dora Maira, prende il nome dai due corsi d’acqua che delimitano l’area in cui affiora e rappresenta la crosta continentale pre-Triassica (260 mln di anni fa) della paleo-Europa. Infatti, l’orogenesi alpina è causata dallo scontro tra questo continente e il continente identificabile come paleo-Africa; le forze geodinamiche che hanno agito nel tempo hanno causato prima un allontanamento di questo continente dalla paleo-Africa, con la formazione dell’oceano Ligure-Piemontese (140 mln di anni fa), e poi, con l’inversione delle forze, la convergenza tra le due placche (100 mln di anni fa) e la conseguente orogenesi alpina.
Dunque queste rocce hanno subito variazioni di temperatura e pressione, cambiando la loro mineralogia e il loro aspetto; in particolare, nella zona della rocca Sbarua abbiamo il risultato della trasformazione di rocce granitiche intrusive acide.
Al dettaglio, si tratta di uno gneiss leucocratico ghiandolare, biotitico a tendenza micropegmatitica; nella foto si possono notare gli occhi di k-feldspato a grana grossa e le lamelle di biotite nere.
Questo tipo di roccia, con caratteristiche simili al granito, da cui infatti deriva, dà luogo a pareti verticali, sistemi di fratture e tacche, dovute al raffreddamento e alla diminuzione di carico verticale conseguente all’innalzamento e all’affioramento in superficie. Anche la tipologia di arrampicata è simile a quella su granito, con incastri e dulfer; da notare infine la notevole asperità della roccia dovuta ai porfirocristalli dei minerali più resistenti, che, essendo meno erodibili sono in rilievo sul resto della roccia dando un aspetto a grattugia: portatevi il nastro!
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